Il migliore di tutti? Jorginho, poi Benzema, Messi, Lewandowski e Kjaer. Questi i primi cinque giocatori del 2021 secondo Paolo Condò, rappresentante dell’Italia nella giuria del Pallone d’oro. Basta leggere questa lista per capire la perdita di credibilità del premio: votanti che mettono in fila i giocatori sulla base dei criteri più disparati, dalla banale ragion di Stato a uno sciroppo di buoni sentimenti.
Altri Paesi hanno il proprio giornalista, magari meno zuccheroso del nostro, che compila la scheda avvolto nella bandiera nazionale e pretende di spiegare tecnicamente scelte di campanile. E poi c’è il partito degli irriducibili, che continuerà a votare Leo Messi e Cristiano Ronaldo sino al giorno del ritiro, come omaggio permanente al valore assoluto di due fuoriclasse. Un cadeau di ringraziamento.
Il Pallone d’oro è ormai un premio dove ognuno s’inventa il proprio metro di giudizio. Va preso per quello che è diventato: una sceneggiata. E proprio gli organizzatori, con una cerimonia sempre più pacchiana e hollywoodiana, sembrano volerlo chiarire in modo esplicito: è solo spettacolo, divertitevi, non prendetevela, niente di serio.
E così, prima di consegnare il settimo Pallone d’oro a Leo Messi, ci s’inventa il premio di miglior attaccante per compensare Robert Lewandowski del premio negato nel 2020 (“non ci sono le condizioni di imparzialità necessarie per assegnarlo”) e del secondo posto di quest’anno. Messaggio di scuse o ammissione di colpevolezza? Tutte e due. LECHAMPIONS EUROPA
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